SANTA ELISABETTA D’ UNGHERIA - 2014
Noi lodiamo il Signore misericordioso per il dono di Sant’Elisabetta d’Ungheria al mondo. Lei è stata un’altra “pianticella” del Serafico padre S. Francesco nel cuore dell’Europa del 1200, ma per la gioia della Chiesa universale. E da allora, per tutto il tempo lei ci testimonia che in ogni condizione di vita possiamo essere ‘poveri’, per rendere gloria a Dio e ricchezza spirituale ai fratelli, possiamo essere ragione di vita e di speranza per gli uomini. Noi festeggiamo la Santa Patrona Elisabetta, rinnovando alcuni suoi gesti, ma soprattutto condividendo con la nostra vita il suo privilegiato amore a Dio, tradotto in predilezione e solidarietà verso gli uomini, con preferenza per gli ultimi. Noi invochiamo insieme il Signore, perché ci doni la sua Sapienza, che ci rivela la naturale povertà di creature. Da poveri, umilmente, chiediamo all’Altissimo la sua grazia, per saper deporre ai piedi dell’altare le istanze terrene di una illusoria felicità, per avanzare nella conversione del cuore alla luce del Santo Spirito. Vogliamo offrire sull’altare eucaristico, semplicemente, la nostra vita per il bene di tutti, come han fatto i Santi. Sono Lucia. Voglio comunicare e condividere con tutti voi quanto vissuto da me e da mio marito, quando abbiamo emesso la professione nell’Ordine Francescano Secolare, durante il triduo di S. Elisabetta. Penso di interpretare anche la gioia dei miei fratelli e sorelle che sono stati ammessi al noviziato e degli altri che hanno appena cominciato il tempo dell’ammissione. Il bellissimo momento spirituale è stato coronato dal momento di fraternità che abbiamo vissuto durante il pranzo in cui era presente tutta la famiglia francescana: Araldini, Gifra e loro genitori, tutti noi dell’Ofs e i nostri frati di Taranto, Cappuccini e Frati Minori. Voglio dire anche un grande grazie a fra Gerardo, assistente regionale OFS, che con le sue riflessioni ci ha accompagnato durante il triduo. Nel momento tanto atteso della mia professione, quando mi sono accostata all’altare, sono stata travolta dall’emozione, ritornata col pensiero alla spianata che si trova nell’Averna, nella cappella delle stimmate. Ho rivisto la luce verde che ne illuminava la pavimentazione ed ho provato un’emozione fortissima che non sono stata capace di controllare. Spesso mi chiedo se nel corso di questa vita cosi frenetica e indifferente alle sofferenze del corpo ed alle intime tribolazioni dello spirito, io possa adempiere pienamente alle responsabilità, in famiglia, nella scuola e nella fraternità francescana. L’impegno dell’insegnante è intenso e pieno di soddisfazioni, prendere per mano gli alunni che ci sono stati affidati, anche se per responsabilità nel nostro lavoro è grande, ma quanta incomprensione e quanto dolore! Confido nella clemenza di Nostro Signore Gesù e nella Madre nostra, Maria Santissima. |